Un giorno entro in una casa di Treviso.
Erano i famosi giorni del Tribunale e della Segretaria.
Ero in sua compagnia,non conoscevo ancora il cognome,ma solo il nome.
C'eravamo conosciuti ai tempi d'oro sulla Bibbia dei Genoani.
Mi aveva aiutato a scegliere la mia prima casa e non contento anche la seconda,pur non facendo l'agente immobiliare.
Salgo le scale di questo bellissimo appartamento in centro e appena su,vedo campeggiare su una parete un grande quadro,in bianco e nero:
Due giocatori:
Uno era Pelè,l'altro aveva la maglia del Genoa e si stringevano la mano,forse un gagliardetto non ricordo bene.
Chiedo in punta di piedi e quasi sommessamente:
"Chi è?"
"Mio Padre".
Rimasi esterefatto,non tanto per il mio Amico che mi aveva taciuto il suo cognome quando demmo volto ai nostri nick,ma per quella foto in bianco e nero che pareva fosse a colori tanto emanasse luce e gioia.
Era una di quelle foto che oggi troviamo troneggiare sui giornali,ad immortalare momenti,a celebrare un Mito,l'incarnazione totale del calcio che non era solo saper pallegiare,ma la completezza totale di un calciatore.
La foto,lo seppi mesi dopo era del papà di Stefano.
Pantaleoni.
Mario Pantaleoni.
E poche settimane fa la ho rivista.
Ancora più preziosa e irradiante di prima,forse anche di quel lontano giorno che fu scattata.
Ianna