StefanoP77
Lette un po’ di carte qua e là mi sembra il caso di fare un po’ di chiarezza.
La plusvalenza intesa come introito per la vendita del titolo di un calciatore ad un valore superiore di quanto iscritto a bilancio non è (e non sarà mai) messa in discussione.
Il discrimine è il trasferimento di denaro.
Sono contestate le plusvalenze "sulla carta", senza cash , in caso di scambi di calciatori a pari valore per generare un effetto positivo bilancistico sul patrimonio netto (il valore dei cartellini dei calciatori insieme agli immobili, il marchio e le altre proprietà e addirittura il denaro in cassa rappresentano l’attivo e controbilanciano i debiti).
In pratica i Gobbi (e domani gli altri) sarebbero accusati di aver imbellettato i bilanci con operazioni fittizie atte a ridurre il debito.
Pur ritenendo la pratica di cui sopra una schifezza, molto difficilmente si arriverà ad una condanna per quanto appare ed è stato già giudicato formalmente sostenibile. Tra l’altro, come purtroppo ben sappiamo, questi imbellettamenti li paghi caro a conto economico assumendo stipendi e scontando ammortamenti.
Tutto ciò non va però confuso con altre operazioni atte ad alterare e/o posticipare i costi o i debiti non iscrivendoli agli anni di effetti a competenza, falsificando i bilanci.
In questa categoria sembrano entrare, ad esempio, le carte sottoscritte con i calciatori per posticipare emolumenti dell’anno X pagati (ma soprattutto iscritti a bilancio) in anni successivi.
Oppure oneri di agenzia e intermediazione maturate per un operazione fatta per un giocatore x nell’anno y e corrisposte successivamente nell’operazione z in un altro esercizio.
Per dimostrare l’alterazione dei bilanci ci vogliono carte e non telefonate, facendo attenzione alla differenza tra le carte verificate da revisori contabili (che andrebbero in galera pure loro) con eventuali altre nascoste a tutti. Ed infatti hanno già interrogato a Torino i funzionari della Società di revisione per gli stipendi.
Sembrano emergere addirittura impegni verbali che davvero non capisco come possano essere contestati praticamente.
Infine bisogna fare attenzione perché gli adempimenti sono molto più stringenti per le società quotate (a tutela degli azionisti estranei alla gestione) rispetto alle altre. E le conseguenze, giustamente, molto maggiori.
Per la giustizia sportiva la vera rilevanza è rappresentata da eventuali alterazioni in grado di modificare i parametri utilizzati per l’iscrizione ai campionati.
Sperando di essere stato chiaro per tutti, arrivo alla mia opinione (un semplice pronostico di chi non ha accesso alle carte):
sulle plusvalenze (comprese quelle a specchio come ad es. Rovella per Sturaro) non potranno fare molto più rispetto alla richiesta di riformare le norme.
Se invece trovano prove che alcune operazioni, (non solo compravendita ma anche agenzie o stipendi o accordi sul prestito di giovani attraverso altri metodi quali il famoso riscatto e contro riscatto), sono state iscritte irregolarmente o differite nel tempo, alterando il bilancio ed i relativi parametri utilizzati per le iscrizioni ai campionati, le pene fioccheranno e saranno salate. Soprattutto per le società quotate da parte della giustizia ordinaria ma per tutti da parte di quella sportiva.
Queste prove però sono molto difficili da rinvenire. Trovo invece molto molto poco probabile che centinaia di revisori, società di consulenza e sindaci, abbiano certificato porcherie. Anche perché dato il numero di soggetti coinvolti sarebbero venute fuori da tempo.
Detto questo sono tutti, a partire dal nostro ex, una banda di pagliacci che andrebbero interdetti a vita.