mashiro quanto godo che il loro settore giovanile sia con le pezze al culo, se lo meritano. Durante la mia permanenza con la loro maglia ne ho viste di oggi. C’è da dire che io ci ho militato dall’anno della retrocessione, l’anno di B ed il primo di A. Il presidente era Garrone figlio, non ricordo però se al primo di A fosse già Ferrero. Insomma che in squadra con me giocava proprio Garrone figlio, il nipote del presidente della Federazione Italiana Nuoto ed un tale di nome Giacomazzi, amico di famiglia dei Garrone. Questo, tanto grammo quanto brutto (ed era tanto brutto) si è fatto tutto il settore giovanile sino alla Primavera. Una squadra fatta per lo più da raccomandati che scaldavano la panchina tranne nelle occasioni di partite di punta (hai detto derby per caso?) dove magicamente scendevano in campo. Il primo anno della mia militanza (fui scelto direttamente dall’allenatore, Giovanni Re, ora selezionatore delle nazionale giovanili se non erro) con il quale scesi in campo da titolare in ogni partita. L’anno seguente e quello dopo ancora, nuovo allenatore, sempre titolare, ma quando giocavamo il derby, con le strisciate ed altre partite di punta, mi dovevo accomodare in panchina e subentrare perché il raccomandato di turno doveva avere la maglia dall’1 all’11. La mia rivincita la ebbi quando, durante la partita decisiva per la vittoria del campionato di categoria contro lo Spezia, sul risultato di 3-2 per gli spezzini, entrato nel secondo tempo segnai 2 goal che ci fecero vincere la partita ed il campionato. Conservo ancora il gagliardetto spezzino in camera come ricordo. Servì a qualcosa? Ovviamente no visto che al termine della stagione, nonostante la conferma dell’allenatore, il nuovo direttore del settore giovanile, Invernizzi, mi disse che non avrei più fatto parte della squadra e che la decisione era stata presa su indicazione dell’allenatore (dicendo il falso). Al che, mio padre che a tutti gli effetti posso dire essere stato un giocatore come minimo di B mancato (giocò per anni a Savona dalla D alla C1, giocò il torneo di Viareggio ed una parte di campionato Primavera con la Fiorentina ma saltò il suo trasferimento a fine anno per colpa del Savona, storia lunga) gli fece notare che noi avevamo già parlato con l’allenatore e che sapevamo come funzionava. Invernizzi rimase di stucco ed iniziò ad arrampicarsi sugli specchi, disse anche “io non ti ho mai visto nemmeno giocare, ma devo prendere questa decisione perché abbiamo delle linee da seguire”, lo ricordo molto bene. Come ricordo molto bene che tutti i raccomandati rimasero in squadra, come alcuni ragazzi come me od altri validi (soprattutto da Ponente e da Levante) vennero mandati a casa per far spazio ad altri raccomandati amici di amici e da trombati del sud dai procuratori. Ah, fu bello anche quando un ragazzo venne bullizzato e picchiato dal Giacomazzi ed altri della sua cricca; ovviamente quel ragazzo dopo aver denunciato il fatto che fu insabbiato tempo due mesi aveva dovuto riconsegnare la borsa e fu messo alla porta. Un ambiente marcio, ipercompetitivo e dove il nepotismo, gli abusi ed il bullismo da parte sia dei compagni ma anche dei genitori la faceva da padrone; io ero costantemente emarginato perché ero “il provincialotto sfigato e campagnolo”. Rimpiango quando Sbravati, che fu tra l’altro compagno a Savona di mio padre, mi chiamò a casa per dirmi di non firmare per le merde ma di vestire rossoblu. Ma ero un ragazzino semplice ed innocente, venivo da una stagione ottima dove giocavo titolare inamovibile, mentre al grifone mi sarei dovuto giocare il posto. Questo è il mio unico rimpianto. Tutto questo per dire che sono una società marcia, fanno vomitare tutti, dal presidente al magazziniere e che se dai pulcini alla primavera lo prendono nel culo ci godo. Gli auguro tutto il peggio possibile a quelle merde.