“Ciao Corrado, non mi va di scriverti un elenco di regolette su come ci si deve muovere in mia presenza, che ne dici se io e Sara veniamo a trovarti a Lerici, così vedi con i tuoi occhi?”
Così è iniziata, due settimane fa, la mia sortita domenicale in terra lericina. In realtà il buon Corrado quando gli parlai per la prima volta delle sopra citate regolette, in vista del 31 Marzo, già mi rispose: Saranno le uniche regole della mia vita che ascolterò con piacere ...sai che vengo dalla terra degli anarchici 🤣🤣🤣
Grande risposta, Corrado 😉😂
Nei giorni seguenti si sceglie la data, il 12, giorno di Genoa-Ternana… Avremmo guardato la partita insieme… Parte la paranoia di portare sfiga nel caso avessimo perso, provo a chiedergli di anticipare al sabato ma niente, il giorno non cambia… Lo ammetto, ho pregato.
La data si avvicina e inizia a succedermi di tutto, le mie paure pseudo-agorafobiche mettono, in anticipo, a dura prova il mio corpo, resisto e rimango fermamente intenzionato a destarmi dal mio isolamento casalingo, è troppo tempo che me ne sto rinchiuso nella mia tana.
All’ennesima battuta di Corrado su whatsapp con Coda protagonista mi si accende una lampadina, della serie: Mo gli faccio uno scherzo… Vado su amazon e cerco una belin di coda finta, di lupo, di volpe, ecc… Da buon genovese scelgo la più economica, una coda di gatto, che arriva dopo pochi giorni. Pianifico di srotolarla fuori la prima volta che Corrado avesse nominato Coda, ma quella aveva un fil di ferro all’interno e nonostante riuscissi a nasconderla bene dritta lungo la schiena grazie all’elastico annesso, quando la tiravo fuori rimaneva orribilmente piegata a novanta gradi… Faccio togliere il fil di ferro, che tra l’altro era completamente arrugginito.
Venerdì, come se non bastassero problemi intestinali, sfoghi cutanei, dolori alle ginocchia, comincia a farmi male pure l’occhio sinistro, sapevo già cos’era, orzaiolo… Belin cosa mi succederà prima di Genoa-Reggina??? 😱 Punto subito una bottiglia di olio di oliva contro l’occhio per una mezzora e poi via di pomata antibiotica. Ma non passa e per evitare che mi toccassi l’occhio me lo incerotto, purtroppo in farmacia non avevano una benda nera da pirata, e in cartoleria le avevano esaurite per carnevale… Mi sarei sentito meno ridicolo.
Finalmente arriva domenica, sveglia alle 6:30, sveglio Sara, doccia, mi vesto, preparo lo zaino con la sambuca da portare a Corrado… Non faccio colazione e non prendo nemmeno il caffè per sicurezza… Pronti alle 8:15 per andare a Brignole, partenza alle 9:01. Mi avvio verso la porta per uscire e comincio a sudare freddo e a provare una strana sensazione, appoggio la mano sulla maniglia e… “Oh merda! Oh merda!” Faccio appena in tempo a correre in bagno dribblando tutti, compreso il cane… Non vi dico che è successo li dentro… Fatto sta che perdiamo il treno. Quasi alle 9 chiamo Corrado e gli dico che saremmo arrivati più tardi, “Belin è dalle 7 che sto pulendo muscoli…”, io sottoterra… 😊
Mi riprendo e finalmente si parte, la coda arrotolata sotto il maglioncino. In treno chiedo a Sara se era il caso di scendere dal treno già con la coda fuori, “Meglio di no Simo”, “Ok ma tu stai attenta, nel caso io non me ne accorga, appena senti nominare Coda…”, “Va bene, va bene… Ma Simo, hai 48 anni…”, “si lo so, sono un bambino”. 😇😂
La Spezia Centrale, Corrado mi aveva chiesto di scendere a Sarzana, ma avrei dovuto fare un cambio per pochi chilometri, non voleva mettere piede in territorio nemico 😂
Scendiamo dal treno, mi infilo lo zaino, “Sara, lo vedi?”, tempo di guardarci intorno, si fa per dire nel mio caso, che nel trambusto della stazione sentiamo “Simooneeee!!! Cooodaaaa!!!”, no cazzo, non son pronto, ho pure lo zaino che mi copre la schiena… In un attimo siamo faccia a faccia col mitico Corrado, alias Acaro, da signore saluta prima Sara e poi stringendoci la mano ci abbracciamo. Senza che gli dica niente si mette alla mia sinistra, mi prende il braccio per guidarmi verso l’uscita e la macchina della figlia… Non diteglielo 😉 ma sotto sotto speravo arrivasse col famigerato camper, testimone di tante livorose ed alcoliche trasferte, volevo respirarne l’essenza.
Prima ancora di arrivare a Lerici Corrado mi racconta tutto sui suoi figli, su bellissime sceneggiature scritte da lui, andate perdute, sulle borgate e sul palio di Lerici, ecc… Ha proprio una bella parlantina, confesso che avevo difficoltà a stargli dietro, io ho sempre bisogno di un attimo di tempo per calibrarmi con una nuova voce, ma non mi importava,Corrado è una di quelle rare perssone che, fin da subito, ti sembra di conoscere da sempre. Parlando di cinema è entrato in sintonia anche con Sara… Ero preoccupato per lei, avevo paura che si annoiasse a morte in compagnia di due livorosi genoani…
Arrivati a Lerici, ci lascia davanti alla fontana e parte in cerca di un parcheggio, “Fatevi una passeggiata sul molo, ci vediamo dai baracchini”. Mi incammino mano nella mano con Sara lungo il molo, mi immergo nei suoni dei gozzi ormeggiati, nelle voci dei pescatori, negli odori di pesce fresco e cotto in ogni modo possibile provenienti da ogni dove. Già, era ora di pranzo e noi dovevamo ancora fare L’aperitivo. Mi stavo giusto chiedendo quale fosse il gozzo di Corrado che lui ci raggiunge, quindi glielo chiedo, “Quello, è dipinto di rosso e blu con la scritta gialla”, non poteva essere altrimenti. 😉
Saliamo con un ascensore pubblico per andare a sederci ad un tavolino all’aperto, la giornata è splendida, un caldo sole primaverile e un’arietta fresca, cosa chiedere di più? Due bicchieri di un ottimo vino rosso marchigiano per me e Corrado, e un fresco vermentino per Sara, naturalmente. Dopo il Brindisi propiziatorio mi accorgo che da mangiare dal bar avevano portato, oltre alle solite patatine, una ciotola di lupini, ”Cazzo, è una vita che non mangio lupini, e mai e poi mai me li hanno portati con un aperitivo”, fatto sta che me ne sono spazzolato due ciotole da solo, la fame cominciava a farsi sentire. Intanto che parliamo di tutto, esperienze e aneddoti sulle nostre vite, come siamo diventati genoani, della serie le vie del Grifone sono infinite, come si son conosciute le rispettive coppie, Irlanda, il nuovo lavoro di Sara, Torino, Genova, Sardegna, Toscana, foresti turisti e villeggiatori invasori, ecc, arriva il secondo ggiro di vino. Erano ormai le 2 di pomeriggio che Corrado si ricorda di avvertire sua moglie… Finito il vino, e i lupini, ci alziamo, Corrado paga il conto e ci incamminiamo verso casa sua, entriamo dentro un portone e subito percepisco la storicità e tipicità del palazzo, ardesia sotto i piedi, ringhiera in ferro battuto… Salito qualche piano eccoci finalmente nella tana di Acaro.
La prima cosa che noto è la presenza dei due scalmanati nipotini, Germana, la moglie, aveva il suo bel da fare per tenerli a bada. Non si perde un attimo e ci si siede subito a tavola, purtroppo per il nostro ritardo della mattina, Germana aveva ggià pranzato coi bambini.
E la coda? Sempre nascosta, belin, non l’aveva più nominato
Comunque,do il pacco con la sambuca a Corrado, non piacendomi, sono andato per istinto e gliene ho preso una francese, St. Germain… Che coincidenza… Germana, Germain… Fino a Domenica non sapevo il nome di sua moglie.
Arrivano gli antipasti, crostini con muscoli e moscardini, metto in bocca il primo crostino, e in un momento alla Blues Brothers, un raggio di sole dalla finestra taglia la penombra e mi colpisce in fronte ed io vedo la Luce! Diverse volte Corrado ci aveva detto che Germana era un’ottima cuoca ma non pensavamo a tale livello! Ora si spiega la pancia dell’Acaro! 😋😂 Dopo l’antipasto, arrivano spaghetti allo scoglio, totani ripieni e per finire, giusto per sgrassare il tutto, una impepata di cozze, accompagnato tutto dall’ottimo vino rosso di Lumi fatto dallo zio e da un’amabile conversazione. Io, satollo, continuo a fare i complimenti a Germana per la sua arte culinaria, le suggerisco pure di aprire un suo ristorante, vien fuori che è sempre stato un suo sogno.
Beviamo il caffè corretto con la sambuca, che si rivela dolce e particolare, floreale, piace molto pure a me. L’ora della partita si avvicina sempre più, si comincia a parlare di formazioni, e finalmente Coda è venuto fuori, balzo in piedi e con una scenetta srotolo fuori la famigerata coda, facendo scoppiare tutti in una fragorosa risata. Ammetto che ormai me ne stavo quasi per dimenticare… Corrado regala a me e Sara due sciarpe del Genoa, facciamo le foto e dopo essermela sfilata, io gli regalo solennemente la coda. 😂
Fischio d’inizio, io seduto davanti alla tv sintonizzata su Sky, Corrado, con indosso la maglia di Cassata, sempre alla mia sinistra e Sara dietro a cazzeggiar con l’iphone. Il gol di Badelj ci prende alla sprovvista impegnati a versarci e berci bicchierini di sambuca. È stato bellissimo per me avere qualcuno a cui chiedere delucidazioni sui movimenti in campo, finalmente riesco, dannati siano i radio e tele cronisti, a “vedere” una partita come si deve, la situazione mi ha riportato alla mente una scena del favoloso mondo di Amelie: https://youtu.be/WdQp08J8hLY
Il primo tempo scorre tranquillo, si parla anche dei soliti temi del muretto, al nuovo tentativo di incensare il suo beniamino gli rispondo “Devo indossare di nuovo la Coda?”. L’intervallo è dedicato a indovinare i cambi che ovviamente non avvengono, nemmeno quello di Haps, il migliore in campo per entrambi, insieme a Badelj ovviamente. Del secondo tempo ricordo solo due cose, intanto dopo il vino e la sambuca arriva pure birra fresca, come Corrado ci sia rimasto veramente male ai fischi verso Cassata, ed ha già spiegato il motivo qui, e come entrambi volevamo che il Genoa chiudesse al più presto la partita, niente e nessuno doveva permettersi di guastare quella giornata perfetta. Ogni volta che la Ternana avanzava o poteva usufruire di un corner o di una punizione, io mi contraevo e contorcevo in pose scaramantiche… 🤞 Nel frattempo Germana deve uscire e ci saluta, io la ringrazio della meravigliosa ospitalità e le faccio di nuovo i complimenti. Alla fine della partita io e Corrado tiriamo un sospiro di sollievo, contenti per la vittoria ma non tanto per il risultato…
Con calma ci prepariamo per uscire, di nuovo fuori ci fermiamo davanti al molo e sento Corrado che indica a Sara la caligo che avvolge Portofino e le spiega che non è bello trovarcisi dentro in mare, che ironia, noi a Lerici con una meravigliosa giornata di sole mentre Genova era avvolta dalla nebbia di mare, come son venuto a sapere ritornato a casa.
In macchina fino a La Spezia Corrado e Sara ricominciano a parlare di cinema e scoprono che il regista preferito di entrambi è Virzì. Io, ancora satollo, rimango un po’ in silenzio a cercare di imprimermi nella mente e nel cuore tutti i bellissimi momenti di quella giornata, anche in vista di questo post.
Arrivati davanti alla stazione invito a Genova, per ricambiare, lui e Germana. Ci abbracciamo e ci salutiamo come vecchi amici.
Grazie di esistere, Corrado e Germana.
❤️💙❤️💙
